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Fare oridne

3 aprile 2008




Per mettere ordine nei pensieri bisogna prima conoscerli, dopo definirli e dopo ancora, una volta catalogati, abbandonarli; facendo spazio. Perché se li si fa ristagnare in sé si corre il rischio di essere distratti proprio da ciò che manifestano. E ci si può non accorgere di qualcosa che potrebbe essere anche estremamente importante.


Lo spazio interiore, rispetto a quello mentale, è addirittura un “luogo” inaccessibile perché per esserci occorre aver maturato adeguata condizione. Occorre cioè essere adeguatamente in linea con un certo sentire; occorre uno stato d'essere che consenta di entrare in un luogo dove si è energeticamente annessi solo se si vibra in un determinato modo.


La vibrazione è connaturata all'essere. Ognuno vibra in funzione della sua coscienza che gli da capacità. Non è possibile immettersi dove la coscienza non è abilitata ad essere.


L'abilitazione è un fenomeno molto delicato, riguarda l'energia e la coscienza, riguarda la coscienza dell'energia. Quando la coscienza crede di essere una ben precisa condizione condiziona l'energia ad esserlo. Anche perché diversamente avverrebbe uno sfaldamento tra energia e coscienza, il che equivarrebbe ad energia inerte e coscienza vagante. Energia senza animazione e coscienza senza scopo; ammesso anche che possa esistere la condizione dove la pura coscienza non ha bisogno di forma, di nessun tipo di forma neppure mentale intesa come energia atta ad essere intelligenza che regola necessità vibrazionali.


L'energia per essere tale ha bisogno di una coscienza che glielo dimostra. Anche se è pur vero che la dimostrazione è implicita nello stato per cui la “forma” è tale qualunque essa sia. Come dire che staccare la coscienza dall'energia non è possibile in quanto, espressione di vita, sono indissolubilmente legate; ma vengono vissute in modo quasi separativo solo da chi, in quanto coscienza, non è ancora nella capacità di poter accedere al suo spazio interiore; non sa entrare a casa sua perché non trova la chiave che apre quella serratura.
E parlando di interiorità (e quindi di qualcosa che è sicuramente più sottile, intesa come permeabilità nei confronti della materia, rispetto per esempio alla fisicità che contraddistingue l'uomo) uno spazio interiore è contenuto dentro l'uomo, anche se a sua volta contiene l'uomo e molto di più; perché ha a disposizione tutto lo spazio che vuole non essendo necessario quantificarlo perché basta volerlo.
Lo spazio interiore è uguale per ognuno perché ognuno accedendovi si trova in uguale identica realtà. Una realtà che consente ad ogni cosa di essere se stessa nella profondità del proprio essere.


Essere se stessi è un enigma in continua espansione. Solo quando si entra nel proprio spazio interiore se ne comprende il perché.
Infatti solo “lì” ci si può rendere conto dell'immensità che racchiude in sé questo posto che non essendo né fisico né mentale contiene tutto. Ma anche perché si è coscienza nella coscienza di sé dove la consapevolezza non consente il minimo interrogativo: si è.
Si è tutto in niente. Ma è anche una incredibile dimostrazione di ciò che si è senza divisione alcuna: pura e totale consapevolezza senza bisogno di separazione.