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Nutrire il cuore 7 maggio 2008 Nutrire il cuore fa parte di un programma per stabilire una connessione duratura e coerente con quella parte di sé che gradualmente può emergere proprio perché richiamata e nutrita. Per nutrire il cuore si ha bisogno del cibo adatto. Non servono ricchezza e potere, non occorrono nella dimensione del cuore. Ciò di cui il cuore ha bisogno è l'amore: essere amato per congiungendosi a lui fondersi in un unico essere. Chi risiede nel cuore è l'essere superiore che immortale garantisce la presenza nella fisicità fino a quando è opportuno svolgere compiti e fare esperienze. Questo essere risiede sì nel cuore, ma ad una profondità dell'esistenza inaccessibile all'uomo fisico. Basti pensare che di lui non c'è traccia se non decide volontariamente di manifestarsi all'uomo che lo implora. L'implorazione fa parte di un rituale magico perché attraverso particolari passaggi si accende una lampada interiore che fa piene luce su chi si è in quel livello e quali sono i compiti da portare avanti con serenità d'animo e di intenti. L'implorazione però non ha come fine ricevere un aiuto per risolvere problemi, è invece un atto d'amore nei confronti di chi tramite il richiamo si presta a sorreggere e sostenere l'opera che, individuata dall'uomo che implora, è identica a quella che l'uomo del cuore sta perseguendo nella sua dimensione; e che prevede doversi misurarsi nella fisicità attraverso incarnazione diretta per verificare la capacità. Quando la condizione fisica lo consente perché l'uomo (avendo concepito qual'è il suo stato e qual'è il fine) implora il suo essere superiore ed immortale di portare avanti con lui l'opera che da solo non riuscirebbe a concretizzare, ecco che l'uomo del cuore può reincarnarsi di nuovo nello stesso uomo; potendo così godere di una presenza consolidata sulla Terra senza dover ricominciare a tessere i fili che lo potrebbero permettere. L'uomo del cuore che va a fare parte della fisicità ha la Pace nel cuore e porta benessere e felicità istantanea a chiunque si senta attratto. L'implorazione è un atto particolare e va fatta con le dovute cautele e gli accorgimenti utili a far sì che non suoni a vuoto. Che non risuoni a vuoto perché l'uomo del cuore conosce ed accetta solo il linguaggio dell'amore, lingua corrente nella sua dimensione. Non perché non capisca, ma si esprime così e pertanto può colloquiare con chi vibra sulla sua lunghezza d'onda restando occulto a chiunque non sappia accedere a tale sua realtà. Cercare di accelerare una trasformazione interiore è possibile unicamente attraverso l'intervento diretto dell'uomo del cuore il quale però deve aderire alla richiesta; e può farlo solo quando risulta congrua per la sua stabilità. Stabilità che, non potendo invadere il campo magnetico umano che è a protezione della integrità fisica, deve avvenire attraverso l'opera che l'uomo stesso compie (anche tramite l'implorazione) per rendere idoneo ed accessibile il suo campo magnetico senza dover ricorrere a forzature o provocare traumi. Un atto di volontà esercitato da chi implorando consente la congiunzione tra l'essere fisico ed il suo essere superiore ed immortale. L'implorazione in quanto atto consapevole (che prevede il ricongiungimento tra chi si è in Terra e chi in diversa profondità dell'essere) va esercitata solo quando si è veramente sicuri di cosa succede una volta evocata a sé la presenza che trasforma poiché rende diversi e offre altre possibilità. Del resto ogni incarnazione ha questo come fine. E non per così non doversi più incarnare, ma per potere congiuntamente (uomo ed essere immortale) reincarnarsi sulla Terra dando dimostrazione non soltanto che è possibile, ma che è via praticabile a chiunque lo voglia se segue le indicazioni che la propria anima da. |
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