F M O O

fmoo@ottavaora.it

 

 

indietro

Apri formato stampabile

 

home

 

Nuovo umanesimo

12 febbraio 2008


Il nuovo umanesimo raccoglie una pesante eredità, non essere riusciti a decifrare il codice della vita. Aver fallito un obiettivo fondamentale per la diffusione del benessere. Una lacuna che non consente la presa di coscienza di ciò che realmente accade quando si forma la vita.
Il fatto di non conoscere implica o la scoperta o la rivelazione.
Scoprire è compito di chi cerca, rivelare compito di chi assiste.
Chiedere assistenza nella ricerca concilia i due aspetti e rende più rapida la scoperta. Assistenza che può arrivare dallo stesso piano in cui si risiede o da piani più profondi, cosa che fa capire meglio come la vita sia inviluppata in concatenazioni logiche che sfuggono solo perché non le si considera nel modo corretto.
Il modo corretto è non limitarsi a considerare l'assetto fisico come unico o predominante; anche se nella fisicità può sembrare così.


Il codice della vita è effettivamente racchiuso dentro di sé ma non nel modo in cui si cerca di decifrarlo. Dentro di sé risiede chi opera nella manifestazione facendo sì che tutto abbia un senso funzionale ad un grande unico progetto: permettere alla coscienza, ad ogni coscienza, di concepire di essere eterna ed immortale perché intrinseco alla vita. Già che si è si è così. Uno stato che non ha bisogno di essere indagato perché il suo superamento, il superamento del suo confine annulla. Cosa questa che non può riguardare chi non ha ancora concepito come si è ed il suo perché.
Pur restando in parametri inferiori c'è una infinità da affrontare e risolvere. La vita nelle sue concatenazioni consente manifestazioni a livelli sempre più profondi rispetto a quello fisico e comunque ancora materiali. Dove la materia è diversa, un'energia non ancora concepita.


Cercare dentro di sé consiste innanzitutto nell'accettare che dentro di sé c'è vita. Poco importa se l'origine della vita o soltanto degli universi da esplorare, quel che conto è capire ed approfondire che il mondo interiore è ciò che consente di comunicare ed essere in dimensioni fisiche che appaiono lontanissime solo perché non strutturati a presenziarvi.
Del resto presenziare significa esserci, ma come si fa ad esserci se non se ne concepisce l'esistenza?


L'evoluzione asseconda il desiderio ma (fermo restando che ciò che non si concepisce è invisibile solo perché oltre la propria percezione) il desiderio non può spingersi verso dove non ha conoscenza. Se poi da soli ci si crea una barriera perché non concependo la vita nella sua interezza si crede che quella umana sia l'unica degna di rappresentare la vita in toto, ecco che la morte diventa l'emblema di un concetto che dovrebbe invece solo significare volontarietà nella trasformazione. Barriera che comunque prende consistenza determinando la fine. Fine perché non si sa dove si va, ed ignorarlo causa il trauma del distacco.
La paura della morte è tale perché non si ha consapevolezza di essere già vivi dentro di sé in una dimensione condizione più profonda; e questo contemporaneamente alla esistenza fisica e non solo. Non solo perché già vivi prima della nascita e vivi dopo la morte.


La vita terrena è pertanto una parentesi. Cosa che se è solo auspicabile ma non comprovata non risolve il problema della morte e non fa cogliere il perché della vita terrena.
Demandare al dopo morte o alla trascendenza questo aspetto della vita implica non cogliere il codice della vita dentro di sé. Si evita di concentrarsi verso l'interiorità per “affrontare” l'esterno e, ritenendo l'ambiente esterno l'unica realtà possibile, si affronta in maniera limitata ciò che per questo va a costituire dei problemi.


Affrontare e risolvere è prerogativa umana, indubbiamente in funzione di difficoltà accessibili. Ed è evidente che, visto il genere ed il tipo di difficoltà, c'è qualcosa o qualcuno che programma da un diverso piano della esistenza. Lavoro questo che prevede applicazione non soltanto nel piano fisico; e non nei modi e nei tempi con i quali viene considerata qualunque tipo di attività in ambito umano.
Perché chi lo fa considera una vita umana solo una parentesi, una parentesi utile per approfondire tematiche relative alla coscienza. Senza per questo doverne risentire, ma semplicemente per offrire conoscenza attraverso la propria permanenza sia alla coscienza umana sia alla materia in se stessa. Alla coscienza umana dandole la possibilità di agganciare una dimensione della vita più profonda per gradualmente stabilizzarvisi, ed alla materia in se stessa preparandola ad essere in linea con sue possibili variazioni funzionali a ciò che il pensiero evolutivo può manifestare.


Essere uomo sulla Terra può voler dire anche essere chi offre all'uomo il necessario supporto affinché possa svolgere il compito di vivere in tale ambiente.