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Fini diversi 8 maggio 2008 Adeguare la struttura fisica per fini diversi è compito dell'anima che può farlo solo quando l'uomo in modo convinto e coerente ne richiede l'intervento; riuscendo prima a sollecitarne l'interesse. L'interesse dell'anima però è quello di realizzare progetti migliorativi della condizione umana. Pertanto a carattere universale e non a beneficio del singolo. Tanto più il progetto abbraccia l'universalità, tanto più è grande l'interesse del piano dell'anima ad intervenire. Il piano dell'anima è una struttura interiore a salvaguardia della integrità umana in quanto ne consente la manifestazione sul piano fisico e sul piano psichico. Piani che congiuntamente permettono l'esistenza umana nel modo in cui è. Piani non solo interconnessi tra di loro, ma l'uno non può essere intaccato o modificato senza che l'altro non ne risenta. L'adeguamento del fisico da parte dell'anima deve tenere conto dello psichico perché, se non coinvolto, avrebbe a subire squilibri derivanti dal non riconoscimento di un diverso sistema di operatività. Un sistema energetico bidirezionale è a prova di impatto quando non risente di alterazioni attribuibili a squilibri funzionali a livello generale e può supportate anomalie locali perché riesce a reindirizzare il flusso escludendo (anche se non del tutto) la parte deteriorata. Ma lo è anche quando volendone accrescere le capacità si riesce ad integrarle in maniera che non si verifichino anomalie (dovute a questo) per ciò che concerne il regolare funzionamento che vede coinvolte sia la parte fisica sia quella psichica. Parti che vanno coinvolte entrambe perché, risentendo l'una dell'altra nel senso che una modifica ad una comporta l'immediato adeguamento da parte dell'altra, se non c'è armonia manca il requisito base della reciproca accettazione. Si tratta ora (quando si procede in tal senso e cioè quando l'anima interviene per modificare) di informare psiche e fisico che si vuole dare corso ad un ulteriore sviluppo che le pone con capacità diverse, se a loro volta accettano di fare parte del nuovo piano di sviluppo e stabilità. Sia il fisico che il piano psichico hanno una loro coscienza e sottovalutarne l'influenza è sempre pericoloso perché possono subentrare rigetti nell'adeguamento venendo così a mancare la necessaria armonia che da stabilità. Coinvolgere il corpo in fondo è facile, basta informarlo del processo in corso (senza dare per scontato che lo sappia visto che è già presente nel momento in cui si procede per attivare delle potenzialità). Più complicato invece è coinvolgere lo psichico la cui adattabilità necessita della piena e totale accettazione preventiva su ciò che si fa. Cosa che vuole dire mettere direttamente alla prova se stesi prima di procedere con adattamenti non correttamente funzionanti a causa di instabilità energetico – psichica. Un piano energetico per essere perfettamente funzionante non deve subire contraccolpi che generano caduta di potenza e pertanto mancanza di stabilità. L'anima infatti non interviene, se non con piccolissimi adattamenti, sino a quando non vengono sciolti i nodi che possono risultare di impedimento ad una corretta funzionalità. L'ostacolo base, quello più ostico, è l'attaccamento alla terrenità in quanto innato. Così radicato da non comprendere che, essendo la natura dello psichico non proprio terrena in senso fisico, la terrenità non viene abbandonata ma inglobata in un sistema più ampio che offre possibilità superiori; senza per questo dovere scomparire solo perché si teme possa verificarsi. Ed in effetti ed infatti è solo un problema psichico, di adattamento della psiche ad una diversa concezione della realtà. Ma qui subentra la coscienza che, diversa dalla psiche, ha se vogliamo la capacità di mediare tra anima, psiche e corpo avocando a sé l'onere di risolvere quesiti esistenziali che in automatico consentono alla psiche prima ed al corpo per conseguenza di fare parte in modo unitario di una nuova realtà; da costruire visto che ne ignorano portata e capacità. La coscienza così (e quindi l'uomo nella sua coerenza e vigilità) diventa il fulcro della trasformazione perché inizia ad assumere il potere, o quelle capacità, che via via dimostrano la riuscita trasformazione che adegua ad una nuova realtà. La coscienza, la “parte” più prossima all'anima, è in effetti quella che meglio coglie la possibilità di una trasformazione perché (sollecitata dall'anima stessa che intende perseguire obiettivi inerenti ad una più ampia presa visione della vita e della realtà) ha la possibilità di farsi ponte per superare un guado che impantana se non si sa come e quando fare l'attraversamento verso una nuova e più profonda realtà. Coscienza che diventa, può diventare, porta che aprendosi unifica condizioni diverse residenti nell'interiorità. E tutto ciò a livello energetico vibrazionale perché, quando la coscienza diventa ponte o porta come dir si voglia, è perché a sua volta ha adeguato le sue vibrazioni a quelle dell'anima e può agire in questo senso. |
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