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Clichè

1 marzo 2008



 
Il cliché usato per coniare la vita va cambiato. Bisogna adeguarsi a tempi che prevedono un rinnovamento quasi totale. Poiché mentre si è vivi sulla Terra non si può prescindere dalla fisicità occorre adeguare la stessa ad una frequenza diversa; occorre predisporre la fisicità per una coscienza a carattere cosmico e spaziale. Ciò che manca va costruito o adeguato. Adeguato ove è possibile, costruito senza stravolgere totalmente la fisicità nei requisiti fondanti il suo essere.


Se per fisicità si intende una struttura adeguata ad una coscienza così che possa esprimersi in un determinato ambiente, è ovvio che si deve partire dall'ambiente per conformare la struttura. Se l'ambiente è una Terra di nuova intensità (perché cambia pulsazione in risonanza con i moti planetari che la coinvolgono rendendola sensibile a fasci di energia provenienti direttamente dalle profondità della galassia e nutrimento per il Sole) che può entrare in rapporto con lo spazio in modo diverso (in quanto consapevole di viaggiarvi per approfondire esistenza e conoscenza), è naturale che l'uomo debba essere capace di presenziare in tale nuova realtà.
Una realtà che vincola al modo in cui è possibile esprimersi permettendo però l'evoluzione di funzioni (basate proprio su questo tipo di realtà) quali la spazialità e la trasmissione del pensiero (affinché informando produca coscienza).


Essere in linea coi moti planetari prevede la capacità di saper gestire al meglio ciò che accadendo modifica.


Non si tratta di fare avvenire qualcosa, perché infatti succede di per se. Bisogna, considerandolo, essere pronti a supportare il cambiamento stesso adeguandovi chiunque voglia partecipare a questo nuovo tipo di realtà.
Ed evidentemente si tratta di un discorso di coscienza. Di saper parlare alle coscienze tramite vibrazioni che rimbombando da dentro (perché così vengono colte) permettono l'intuizione immediata di ciò che evolutivamente avrebbe bisogno di tempi lunghi prima che la coscienza, rivolta verso l'esteriorità, possa concepire ed esprimere pari vibrazione.


Dentro di sé avvengono una infinità di cose e dire che se ne ignora l'esistenza non solo è limitativo, ma pure fuorviante. Perché, se non verificate, esserne a conoscenza per sentito dir non serve a nulla.


Spazialità vuol dire non restare vincolati sulla Terra, pur avendo piena consapevolezza di essere un terrestre. Capacitarsi di potere accedere ad altri spazi; diversi da quello finora sperimentato.


Già il fatto stesso che si prenda in considerazione la propria interiorità apre ed immette in uno spazio diverso dove giustamente non è facile vedere e percepire perché non abituati; non conformati a tale tipo di realtà. Addirittura invisibile per questo.
Ma se la realtà cambia allora immette in automatico. E può immettere dove se non si è pronti si rimane destabilizzati. Anche impossibilitati se le resistenze che si esprimono risultano del tutto incompatibili con quanto la nuova conformazione prevede.


Affacciarsi in un nuovo mondo può essere piacevole o traumatico. Terrificante anche, a seconda di come ci si pone.
Fatto sta che se questo nuovo mondo lo si ipotizza (perché, sapendo che deve avvenire, da soli lo si costruisce immaginandolo) si può rischiare che non vengano colti cambiamenti che gradualmente si manifestano (per agevolare ed attuare la trasformazione) solo perché non corrispondono al modo in cui si è ipoteticamente considerata ed immaginata la nuova realtà.


Attenzione e constatazione sono più che mai indispensabili in questo periodo di netta trasformazione. Se coltivate agevolano l'immissione in frequenze che, se contrastate, destabilizzano. Come scontrarsi con un barriera invisibile e per questo non riuscire ad attraversarla senza però sapere che c'è una barriera e che va attraversata con coscienza e volontà.


Essere predisposti agevola, può agevolare se si abbandonano schemi che vincolano alla terrenità facendo cogliere come esterno ciò che per manifestarsi scaturisce da dentro di sé; proiezione interiore che diventa realtà fisica.