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Restare per costruire 25 aprile 2007 Rincorrere certezze è un po' come voler fermare la realtà senza darle la possibilità di esprimersi. Un po' come volerla privare delle trame che tesse per consentire che avvengano situazioni atte a detrminare ciò che per lei è movimento organico. L'armonia del resto si basa sul movimento e la staticità impedisce quel flusso che serve a vitalizzare ogni cosa perché ogni cosa fa parte della realtà; delle sue trame. Conoscere queste trame non sempre è utile, anche perché potrebbero non piacere. Potrebbero essere in contrasto con ciò che si vorrebbe invece fossero certezze. Gli schemi prcostituiti, quelli che ognuno dovrebbe esaminare e sciogliere, sono una barriera posta a difesa di ciò che non si vorrebbe fosse esaminato da se stessi per paura di scoprire parti di realtà la cui visione fa troppo male; perché emotivamente coinvolti in ciò che dovrebbe solo essere un lasciar fluire senza trattenere per consentire quell'armonia che veramente provvede a tutto mentre esprime se stessa. La ragione per cui questo non avviene, e per cui le cose seguono ritmi di paura, è da ricercare in quei traumi che hanno determinato l'incarnazione e che vengono opportunamente sollecitati (dalle trame) per consentire, vivendo il problema, di sciogliere il nodo karmico che impedisce di andare oltre per meglio approfondire la vita. La vita umana, la vita sulla Terra, ha come scopo un determinato esercizio e sicuramente non è la realtà completa, anche se ne fa parte e serve ad alimentarla. La realtà si esprime a più livelli e la parte fisica, quella tangibilmente riscontrabile per chi si trova nella condizione di poterlo fare perché così gli appare la realtà, riguarda aspetti di sé che come scopo hanno quello del risveglio verso profondità della esistenza altrimenti invisibili perché ignorate. Riuscire a cogliere interiormente questo significato ed attivarsi per dar modo ad una realtà invisibile (invisibile perché su un piano di coscienza dove la coscienza umana non ha ancora accesso) di manifestarsi così che le trame sottili pazientemente tessute abbiano la loro realizzazione, è ciò che fa scattare in sé una presenza diversa: quella della propria parte superiore e più profonda attiva in quell'invisibile che si è riusciti a contattare e che può (poiché richiesto) intervenire ad annullare gli schemi entro i quali essa stessa aveva ingabbiato la sua parte fisica (l'uomo) per sperimentare un determinato processo. Ovvio quindi che, intervenendo nell'incarnazione chi ne aveva impostato l'iter, è del tutto superfluo continuare sul vecchio tragitto; superfluo e finanche inutile perchè, se così fosse, non giustificherebbe la scesa in campo, nell'uomo che così concepisce, del suo essere superiore soltanto per appianare problemi di natura esistenziale, ambientale ed emozionale. Questi vengono semplicemente cancellati, annullati perché privi dello scopo le cui trame hanno sortito un passaggio più profondo anzicché quello di sciogliere nodi karmici. Hanno fatto sì che l'uomo risvegliato potesse rivolgersi direttamente al se stesso che è su un piano della esistenza dove la realtà ha come scopo quello della evoluzione collettiva a livello galattico. Cosa questa che comporta la graduale apertura verso tale realtà da parte dell'uomo in fase di reciproco affiatamento col suo essere superiore. Così da iniziare a presenziare a processi attinenti al nuovo progetto che può conoscere visto che si identifica nel suo essere superiore per edificare la nuova realtà nel fisico; ascendendo per restare a costruire. |
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