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Memoria antica

5 ottobre 2007



Ciò su cui poggia il sapere è memoria antica racchiusa in sintesi. Dove per aprire un cassetto bisogna scomodare chi vi ha riposto l'essenza da condividere in futura occasione.
L'essenza di un cammino è un'anima, l'anima di chi raccolti i frutti li mette a disposizione.
I frutti della conoscenza sono doni che vengono elargiti a chi tramite il suo impegno contribuisce alla crescita collettiva della umanità.

La natura si dispiega in modo funzionale alle esigenze di progetti che tendono verso una migliore realizzazione di capacità che una volta consolidate risultano poi geneticamente trasmissibili.
Il genere umano non sfugge a questa regola. Anzi la contempla al punto da esserne sviluppatore in fase di espansione quando in momenti come quelli attuali può accrescersi di cambiamenti radicali perché tale è il bisogno; così come la finalità del progetto che ne prevedeva la sintesi.

Difficilmente si riesce a conciliare bisogno con finalità, ma quando capita i tempi sono tali per cui è opportuno che appaia un nuovo genere capace di approntare una civiltà in grado di interagire con le profondità dello spazio che la coscienza concepisce. Concepire in tal senso è comunque una normale conseguenza di un (precedente) progetto che ha sortito tale risultato. Pertanto continuità che si sviluppa per meglio evidenziare un fine nella cui sintesi deve trovare applicazione tutto ciò che ne ha reso possibile la manifestazione.

Quando si arriva a concepire lo spazio come mezzo per comunicare con altri mondi e questi mondi sono diversi dalla realtà conosciuta, ecco che scattano aggiustamenti che consentono alla coscienza di aprirsi verso ciò che in questo caso viene incontro e necessariamente istruisce perché di qualità superiore. Viene resettato il vecchio per far spazio al nuovo che così può apparire.





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