F M O O

fmoo@ottavaora.it

 

 

indietro

Apri formato stampabile

 

home

 

Bene universale

2o aprile 2007




C'è un bene universale, la vita. Tutto il resto è relativo, anche perché non si muore. La morte (cambiamento di stato) è in fondo ignoranza, non conoscenza, mancata percezione di quel che si è ad un gradino più profondo della coscienza ...e della esistenza. Si, perché esistere è cosa diversa dall'essere in vita (inteso come provenienza da una continuità naturale che dipende dalle speci). Esistere è essere vivi sempre e comunque, a prescindere da tempo e spazio. A prescindere da ciò che, giudicato involucro, viene visto tale perché non si percepisce di essere vivi anche a quel livello; ad un gradino inferiore della coscienza dove le trasformazioni hanno ritmi diversi rispetto a ciò che si vorrebbe fosse il metro per ogni cosa, la vita umana.


La vita umana è un piano di sviluppo ordinato e sensibile a ben particolari condizioni. Serve per sperimentare l'esistenza in funzione dell'Amore condizionato dall'ego; quando cioè il sigillo del possesso domina e si esprime in forme sempre più sottili per, restando mascherato, asservire l'umanità sbandierando valori inficiati in partenza perché privi del requisito base, la libertà. Libertà da ogni cosa perché in possesso del bene universale, la vita che nulla e nessuno può togliere. Anche quando così non sembra perché (operando nel relativo della esistenza terrena) non si coglie l'aldilà che vigila a salvaguardia di una integrità essenziale nei confronti di chi, meno evoluto, deve ascendere a sue condizioni possibili; possibili e migliorative, per se stesso e la sua specie.


Essere liberi da vincoli significa rompere con schemi che impediscono di cogliere strutture più profonde; strutture sensibili ad un tipo di vita già possibile anche dove al momento si risiede ed opera, e migliorative poiché fanno cogliere un oltre che (oltre la morte) illustra la vita in sue caratteristiche particolari. Caratteristiche che consentono di essere presenti proprio in quell'oltre che viene visto come morte. Cosa questa che fa concepire (poiché lo dimostra) che la vita terrena è un compito, una esperienza individuale che si colloca in un collettivo, l'umanità, che sta portando avanti un progetto meraviglioso: spiritualizzare la materia affinchè ogni cosa abbia coscienza di sé.


Cogliere la vita nei suoi aspetti importanti sensibilizza la coscienza verso profondità che immettono dove prima non era possibile concepire, e questo attiene ad una specifica peculiarità proprio della coscienza: la sua propensione verso l'ignoto; la sua propensione verso quell'oltre che le sfugge; vita che non concepisce ancora.



inizio pagina