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Attributi sottili 23 aprile 2007 Per fare bene un lavoro bisogna cominciare, portarlo a termine e curare che tutto coincida alla perfezione. Questo principio è valido sempre, qualunque possa essere il campo di azione, sia che si tratti di un lavoro artigianale sia che riguardi la coscienza. Avere coscienza di sé in fondo è rendersi conto che tutto ciò che la compone, che compone la coscienza, sia nella condizione di potersi esprimere al meglio. Ciò che compone la coscienza sono attributi sottili. Appartengono ad un ramo dell'essere che non viene osservato se prima non vi si dedica attenzione. L'attenzione nei riguardi della coscienza può essere semplice o approfondita. Quando è semplice basta limitarsi a sapere che forse c'è qualcosa che regola il flusso psichico e fa agire in un certo modo. Quando è approfondita si cerca di porre rimedio a ciò che prima si ignorava proprio perché, mancando una coscienza più profonda, si agiva causando squilibri e scompensi. Se si fosse nella condizione di essere preparati fin dall'inizio verso una coscienza profonda, così da agire sempre in modo corretto al momento opportuno, non si potrebbe comunque nemmeno parlare di coscienza perché si tratterebbe di qualcosa pertinente alla consapevolezza. La differenza è sostanziale al punto da generare vere e proprie linee di demarcazione definibili dimensioni dell'essere. Una coscienza animale per esempio ha in sé la consapevolezza della coscienza minerale consolidata in un corpo e manca ancora di ciò che può essere una coscienza più evoluta esplicabile in sentimenti che inducono ad azioni per svolgere meglio il lavoro che consente di prendere coscienza che esiste una coscienza; e che lo scopo della stessa è in fondo quello di concepire così tanto fino a doversi rendere conto di essere superflua; e che (quando avviene questa presa di coscienza) permette alla coscienza di potersi dissolvere perché nel campo della pura consapevolezza. La pura consapevolezza è un attributo superiore dell'essere. Esprime facoltà inerenti ed appartiene a chi ha consolidato lavori che ne hanno permesso la realizzazione. A chi, essendo nella capacità di operare in maniera consapevole, deve per forza possedere l'ampia visione che consente di sovrintendere a processi limitati ma fondamentali per far sì che la consapevolezza stessa possa esistere. Pura consapevolezza perchè nulla può essere aggiunto a livello di coscienza poiché è già in sé. La considerazione però è: come mai la consapevolezza pura è tale, da sembrare innata, ma si poggia sulla coscienza? Coscienza che in fondo deve riconoscersi tale per, attraverso un lavoro continuo e metodico, annullarsi nella consapevolezza pura di cui è già parte? L'ovvia conclusione è che coscienza e consapevolezza non sono sullo stesso piano. Tutte le volte che un tipo di coscienza è maturo in base alle esperienze avute nel piano in cui opera può acquisirne consapevolezza e ciò la immette in un piano di coscienza più profondo; per affinarsi sempre più, in virtù del substrato che possiede e che le consente di esprimere in automatico le capacità acquisite. Fino ad arrivare ad un punto in cui la coscienza non ha più motivo di essere perché la pura consapevolezza ha già in sé ogni possibile variante a qualunque esperienza possibile in quanto potenzialità all'infinito che permette ad ogni cosa di essere. Ogni cosa che non vuol dire fisicità, o solo fisicità, e nemmeno coscienza, entità, intelligenza cosmica o quant'altro che possa regolare flussi di esistenza e formazione, ma anche tutto ciò di inespresso perché non ancora concepibile o addirittura non verificabile ma potenzialmente possibile. La consapevolezza pura, pur essendo solo un termine, ha in sé ogni capacità inespressa a livello sensibile per chi ne è parte, ma verificabile allorché i piani della evoluzione ne consentono la presa visione. Per loro capacità e merito succede che la pura consapevolezza irrora di essenza ciò che il tal piano trasforma in sintesi avendone sperimentato la sostanza. Sintesi e sostanza sono rispettivamente la tendenza verso la consapevolezza ed il “materiale” che lo consente. Per fare un esempio si può considerare il processo evolutivo attuale che Terra ed umanità stanno portando avanti. L'attuale dimensione concepita è la sostanza da cui trarre sintesi per andare otre; senza abbandonare ma semplicemente consolidare in sé il precedente processo che consente proprio per questo alla sostanza di affinarsi migliorandosi in una trasformazione evolutiva di metamorfosi. Tutte cose comunque possibili perchè la pura consapevolezza lo consente emanando l'essenza che guida il processo; e non sui generis ma in ogni minimo particolare. Perchè tra la pura consapevolezza e la coscienza, i piani attinenti alla coscienza, ci sono i piani della consapevolezza che erogano ciò che le coscienza hanno bisogno per acquisire sintesi di capacità. Il prossimo passaggio della evoluzione della Terra è quello di eliminare la sua dualità acquisendo una coscienza di unione; proiezione verso la consapevolezza perchè sintesi di coscienza già maturata. Per questo motivo questo passaggio è molto importante: apre verso una coscienza diversa che non è più coscienza ma inizia ad essere consapevolezza. Ed il lavoro cambia. Si basa su certezze.
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