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Dalle ceneri la Fenice

 

18 dicembre 2006

 

Ognuno ha dei nodi da sciogliere ma per sciogliere un nodo bisogna slegarlo. Si può anche far finta che non esista, il punto però resta il nodo: la sua portata e i fastidi che produce. E anche se si dispone di strumenti e possibilità, non vuol dire che siano adatti per sciogliere i nodi che avviluppano la propria vita; spesso occorre invece una vera e propria opera di risanamento. Del resto accorgersi che i tempi cambiano ma non conoscerne l’esatta portata (né l’effetto che possono produrre dovendo così ipotizzare e/o augurarsi che tutto si dissolva -e quindi che anche i nodi che riguardano se stessi si dissolvano- per una sopraggiunta condizione generale che riguardando tutti rivoluziona completamente la vita) può anche essere un miraggio; solo un miraggio che si allontana quando più si avvicina ciò di cui si teme; ciò che i nodi trattengono senza che ci siano vie di uscita e l’unica alternativa possibile perseverare se il cammino intrapreso offre prospettive in tal senso. Perché quando il vecchio non offre più prospettive ed anzi soffoca, l’alternativa è perseverare su ciò che si ritiene possa essere il giusto cammino che riguarda la  propria coscienza; a maggior ragione se collegato con l’effettivo cambiamento che coinvolge a livello collettivo persone e cose. E questo cambiamento, già in essere, cambia una normalità che (valida per tempi passati, non essendo più necessaria) non può che dissolversi a favore di ciò che di nuovo va a costituirsi. Così se il vecchio si dissolve anche i timori possono solo scomparire; perché legati proprio a quella normalità che si lascia, che la Terra lascia per il sopraggiunto stato che (ponendola a contatto diretto con la galassia) sprigiona un potenziale che (se si è pronti a recepirlo ed usufruirne) immette nella condizione di benessere nella datività. Benessere non soltanto per se stessi ma collettivo perché vengono abbandonate tutte quelle zavorre che costituivano la base portante per egoicità e possesso.

 
Ovvio quindi che se il nuovo arriva e risolve perché, assolvendo dal vecchio stato, provvede ad inserire in un ruolo che adeguatamente fa svolgere la propria funzione edificatrice per ciò che si va a costituire, il nuovo non ancora metabolizzato a causa di continui timori si rivela un freno (a causa di se stessi non ancora certi di essere in linea col tempo). Ma questo riguarda la propria coscienza, il suo non lasciarsi andare per paura di perdere ciò che in fondo non ha.
E a maggior ragione questo aspetto sarà un assillo per chi effettivamente ha da perdere dagli sconvolgimenti in corso e difficilmente vorrà rinunciare a quanto reputa debba essere suo in eterno.
Un aspetto molto importante da dover considerare per comprendere (e far comprendere) che dove si va tali perdite non sono granché; e che anzi è proprio tale possesso che impedisce alla coscienza di essere libera nel poter recepire le innovative vibrazioni edificanti benessere nella datività.
Essere dativi può non essere una scelta bensì una condizione: non si può dire lo voglio e lo si è.
 

L’apparente disagio nei confronti della collettività in senso pratico è già comunque un nodo in fase di scioglimento; anzi propulsione a considerare ed accogliere con coerenza ciò che altri, tanti altri, subiranno con veemenza.
Essere attivi ora in Terra (poiché attivati a poter agire in coerenza coi tempi ed il nuovo sopraggiunto stato) è un privilegio che non tutti hanno e va sfruttato a pieno per dare consistenza al lavoro già svolto in precedenza e che può quindi dare i suoi frutti.
 

Essere dativi con coerenza non significa regalare; non elargizione ma assistenza.
Questo perché ognuno, ma chi lo vuole, assistito, possa essere nella condizione in sua coscienza di far parte di ciò che (nuovo) non prevede la struttura su cui si fondava il vecchio perché di ostacolo con il benessere nella datività: egoicità e datività sono agli antipodi e quando esiste l’uno l’altro scompare.
Il benessere nella datività è anche l’obiettivo da perseguire se si vuole veramente dare corso alle innovazioni che riguardano singolarmente proprio perché edificatrici del nuovo.

Nuovo ora è benessere, senza paure né remore, senza timori di nessun genere. Tutto ciò che è legato al vecchio collassa; dalle ceneri la fenice.

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