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Costruiamo l'aldilà 22 ottobre 2005
Al di là della mente, quindi oltre i riferimenti che la stessa adopera per spiegarsi vita, esistenza e creazione, esiste quello che comunemente viene definito inconscio; quello cioè di cui non si ha coscienza. La coscienza è la capacità di assimilare il frutto di esperienze spiegandosele poi attraverso la mente. E cioè collocandole in maniera intelligibile a se stessi anche quando sfuggono perché non del tutto chiare o perché traumatiche per una sensibilità non avvezza a considerarle per ciò che sono: semplice costruzione di aggregati energetici che vengono richiamati ed attratti da uno stato emozionale che sta sviluppando delle capacità per considerare la vita da angolazioni diverse. Angolazioni che possono non avere riferimento alcuno col conosciuto quando riguardano strutture che interagiscono con profondità dell’essere nelle quali la coscienza non ha accesso per mancanza di capacità; non ha ancora maturato esperienze tali da potersi costituire come coscienza. La coscienza dunque è un organo speciale attraverso il quale viene filtrata la vita che si conduce in un dato ambiente e che è utile a tale ambiente per potersi autodefinire capace di vivere ed esistere in funzione di ciò che concepisce, definisce e sviluppa. L’uomo non ha tale capacità. Non ha ancora sviluppato una coscienza in linea con il suo essere completo che va ben oltre la semplice fisicità, quella che poi viene da lui stesso definita vita. La Terra possiede in maniera cosciente ciò che necessita all’uomo per essere completo sulla Terra (ma che manca all’uomo come sua coscienza), ma non ha ancora acquisito la capacità che le consente di vivere ad un livello più profondo della struttura interspaziale che lega la vita in dimensioni la cui omogeneità permette di sviluppare insiemi coerenti in grado di autosostenersi come struttura che da sé trae spunto per vivere, esistere e concepire. La Terra sta portando a compimento un passaggio di coerenza per lei indispensabile per potere concepire la vita a livello essenziale, quindi oltre quello che comunemente costituisce il suo divenire e che le resta impresso in quel suo corpo energetico in cui raccoglie e registra ogni sensazione, ogni esperienza ed ogni minimo particolare che ogni parte di sé produce, uomo compreso (essendo infatti anche l’uomo un particolare un po’ più complesso in quanto sintesi di avvenimenti evolutivi che così lo hanno fin qui definito). Del resto la Terra racchiude in sé non soltanto ciò che è evidente a livello fisico, ma tutto ciò di cui ha capacità come coscienza; coscienza della Terra che per l’uomo invece costituisce il suo inconscio però accessibile. Reputare questo tipo di inconscio (questa parte o zona di coscienza della Terra) accessibile da parte dell’uomo è normale in quanto egli ne fruisce in maniera non vigile ma pur sempre sua ad un livello più profondo (leggermente più profondo) del suo essere fisico e che invece riguarda il suo essere psichico. Questo essere, questo uomo ad un livello ultraterreno e quindi oltre la sensibilità fisica, vive e si nutre di esperienze a livello essenziale rispetto a quelle fisiche in quanto deve necessariamente concepire la vita oltre la morte fisica, e cioè oltre la struttura definita uomo che fa esperienza sulla Terra attraverso la nascita con conseguente dipartita (morte). La profondità è una componente della contemporaneità, anzi la vita è contemporaneamente tutto sempre perché ora (proprio ora in questo momento) tutto esiste contemporaneamente a livello essenziale e dove la consapevolezza di sé si autodefinisce in conoscenza attraverso livelli di intelligenza definibili dimensioni; dimensioni dove in maniera omogenea tutto un insieme opera per definire una sintesi. La sintesi della terza dimensione è la fisicità; la sintesi della quarta dimensione è l’essere energetico capace di vivere in assenza di fisicità ma con coscienza fisica in fase di sviluppo ed apprendimento di un oltre (per lui aldilà) che lo porrebbe come costruttore della realtà (cosa questa possibile se non subisse più i condizionamenti della sua coscienza fisica terrena da cui trae riferimento nutrendosi di quel tipo di esperienze); la sintesi della quinta dimensione è l’unità, e cioè l’assorbimento della particolarità che ha la luce di essere contemporaneamente particella ed onda sviluppando terza e quarta dimensione. Se vogliamo la luce riconosce se stessa e si ritrova quando in sintesi ha capacità di essere contemporaneamente vigile come coscienza (e capacità) sia in terza, sia in quarta dimensione costituende così l’uomo nuovo; il nuovo essere senza inconscio ed anzi in grado di costruire una nuova realtà. Una realtà fondata su una certezza essenziale: la vita che non finisce; e che anzi può essere spiegata (dandone coscienza e conoscenza) a chi ancora crede che così non sia. La consapevolezza di unità, questa consapevolezza, pone l’uomo (l’uomo nuovo rinato da se stesso) nella condizione di spingersi oltre; fino a quell’aldilà da costruire ma che già esiste in quelle profondità che (già) lo contengono in quanto sintesi di realtà capaci di offrire conoscenza anche all’uomo nuovo che a queste deve fare riferimento per costituire quelle che sono le basi che gli possono dare capacità per essere un costruttore di un mondo in linea con il vero benessere basato sulla Pace, sulla Luce e sulla Libertà: il vero Amore.
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