Un passaggio di qualità avviene
quando l’ago della bilancia protende verso un centro di stabilità
diverso rispetto a prima.
Ci si sente diversi perché cambia la
normalità. E cambiando la normalità anche aspettative e riferimenti
assumono valori diversi. Quello che sembrava importante può
apparire superfluo e si hanno aspirazioni in linea col nuovo
sentire, percepire e cogliere la vita.
Ciò che sta succedendo ora è proprio
questo. Ed avviene a livello generale perché
tutto concorre alla formazione di un nuovo piano di stabilità.
Per tutto si intende che il processo
collettivo di adeguamento non riguarda solo l’uomo ma la Terra
stessa ed altro. Altro che non necessariamente deve avere struttura
fisica per come ancora si intende la fisicità.
Il baratro della morte affligge le
coscienze ed è proprio quello che bisogna superare; fa la
differenza.
Una coscienza di materia teme la
morte in maniera diversa rispetto all’uomo. Non ha coscienza umana,
né cultura o il tipo di benessere che l’uomo concepisce. Pur
tuttavia è strutturata in insiemi che hanno un loro sentire
collettivo che si ripercuote su ogni parte dello stesso.
Quando una montagna frana, per
esempio, non è detto che la montagna sia felice. Si sfalda, si sta
annullando e non sa ancora che ciò non è la fine ma un cambiamento.
Attribuire coscienza ad una montagna
sembra azzardato, eppure se ci si riflette è normale che ogni
cosa abbia la sua coscienza; coscienza adeguata allo scopo ed al
motivo della vita. Vita che quando non ha consapevolezza
che non si muore teme la morte.
La paura della morte è parto del
principio di sopravvivenza e, poiché rappresenta un principio
fondamentale nella acquisizione della conoscenza, tutti lo
possiedono nella misura in cui si rapportano con ciò che vivono come
vita.
Però è un principio universale che per essere assoluto deve essere vissuto, conosciuto,
temuto e superato. Superamento che costituisce l’ingresso nel regno
della immortalità.
Ecco che allora l’adeguamento
generale (visto che coinvolge anche la natura intesa come ambiente)
può avere caratteristiche tali che, scuotendo la coscienza a vari
livelli, offre la svolta per attuare un passaggio dimensionale in
modo accelerato spingendo alla decisione se aderire o meno.
Aderire che costituisce scelta con
coscienza e non semplice esternazione di un intento.
Ciò che è nell’intenzione deve essere
traslato in atto concreto.
Questo succede perché viene a mancare lo
stato mediano; tutto ciò che costituisce l’eterico è destinato a
scomparire.
La qual cosa è molto importante
perché scompare una fascia di riflessione ad ampio raggio dove era
possibile permanere in attesa di capire meglio e di più per così
decidere se confrontarsi nuovamente con la vita sulla Terra; decisione frutto di accresciuta sensibilità ma
da realizzare con mezzi
relativi poiché attinenti la struttura terrena.
Nell’incontro con la fisicità la
paura della morte risubentra anche in chi, dovendo venire o
ritornare in Terra per sua decisione, (pur avendo ben chiaro che non
si muore, visto che lo
constatata poiché si trova in una dimensione che lo
accerta) deve sperimentarlo attraverso la natura fisica alla
quale deve trasmettere giusta coscienza.
Paura che risubentra in chi non può avvalersi di vecchie vissute
esperienze ma deve invece concepire attraverso la carne (e quindi la
fisicità) il proprio essere immortale.
Ben per questo la spinta a doversi
adeguare; a dover concepire in fretta se si è in grado di ricordare
oppure se necessita tempo per attuare il passaggio. Quando proprio il tempo viene a
mancare perché crolla la struttura che lo sostiene; l’eterico
patria di ogni memoria anche futura.
Anche l’eterico deve fare un
passaggio in consapevolezza e deve farlo assieme alla struttura
fisica; assieme e fusi, dando consistenza ad uno stato di coscienza
unificato perché chi incarna la materia riesce a far superare
proprio alla materia la paura della morte dandole la certezza della
vita: la immortalità.
Entrando però nel merito dell’eterico
che scompare e volendone considerare l’impatto dal punto di vista
pratico riferito alla Terra, tutto è destinato a notevoli variazioni.
Venendo meno infatti lo schema di
supporto al fisico (quindi venendo meno l’eterico), il fisico in sua
coscienza (e pertanto in funzione di ciò di cui ha capacità) deve
operare scelte in proprio. In pratica deve scegliere senza il suggerimento della
mente che non ha più alternative possibili da proporre poiché è
ormai collassata la struttura da dove attingeva (dove risiedevano tutte le
informazioni patrimonio della Terra).
Tutto ciò si verifica ogni qual volta
la Terra si ritrova in un’orbita di impatto gravitazionale con un
altro sistema che non è quello di riferimento fisico e che provoca
alterazioni magnetiche; proprio quelle che puntualmente fanno
collassare l’eterico (il corpo energetico della Terra) consentendole
di strutturarsi in maniera nuova ed adeguata al grado di coscienza
maturato.
Un po’ come una nuova incarnazione,
effettuata però dalla Terra. Terra che in sua coscienza è in grado
di passare ad un livello più profondo della consapevolezza; in
questo caso nella consapevolezza della immortalità.
L’eterico della Terra potrebbe essere
paragonato alla mente umana ma con delle differenze.
La mente umana fa riferimento proprio
all’eterico come piano dal quale attingere informazioni mentre
l’eterico attinge da profondità diverse. Profondità che solo una
parte dell’eterico stesso riesce a percepire (e cioè quella parte di
eterico proiettata verso l’oltre galattico a differenza di quella
solo ed ancora proiettata verso la Terra come meta di ritorno).
Ciò vuol dire che una parte di
coscienza dell’eterico è già proiettata verso dove adesso uomo e
Terra stanno andando.
Il problema però resta la coscienza.
La Terra ha necessità di ripulirsi da
ciò che le è di impedimento e quindi da tutto ciò che radicato alle
dimensioni spaziali stenta a concepire e far suo pienamente il
tempo.
L’uomo fa parte di questa pulizia e se non
concepisce è una scoria; scoria che non viene distrutta ma segue
altro iter.
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