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Schemi e griglie

5 settembre 2005

 

Prove generali di instabilità coinvolgono sempre più a livello sottile per accertare la reale condizione di processi tendenti a veicolare le coscienze verso piani meno densi dell’esistenza. Veicolare per portare a concepire che è possibile esprimersi dove la coscienza ha capacità.

 

Gli schemi, se da un lato danno capacità perché offrono un valido appiglio per esprimersi, costituiscono barriere di difficile penetrazione.

Gli schemi sono vere e proprie griglie energetiche dove è ancorata una certa conoscenza; e sono indispensabili nell’assicurare stabilità. Costituiscono infatti il riferimento per ogni mente che (interconnessa con le griglie a seconda della capacità di cui la coscienza dispone) può attingere per elaborare, costruire, risolvere e sperimentare (nell’ambito sempre di quanto una determinata conoscenza permette di attuare).

 

Così come non tutti gli uomini sono uguali (per capacità, intelligenza, sensibilità, genialità) anche le griglie hanno differenti gradi di concentrazione energetica che, in base a ciò che racchiude, attrae a sé chi ha bisogno di quel tipo di conoscenza; attrazione e conoscenza comunque non di esclusiva pertinenza umana.

 

Il genere umano occupa certe frequenze, altre sono proprie di conoscenze inferiori o superiori a seconda di ciò che intendono esprimere le coscienze che vi trovano appoggio e stabilità.

 

Una coscienza (per esempio) superiore a quella umana può ben essere quella di un disincarnato la cui condizione (sempre se la sua coscienza è nella capacità adeguata) gli consente di penetrare dove prima la fisicità gli era di velo ed impedimento.

 

Queste griglie sono anche ed essenzialmente la naturale conformazione energetica della Terra; gli schemi che la coscienza della Terra riesce ad esprimere complessivamente.

 

Facile anche intuire che tra la coscienza di un disincarnato (anche spiritualmente elevato) e la coscienza della Terra (che in sé lo racchiude) esiste sicuramente un diverso grado di capacità ed espressione.

 

Essere parte dell’insieme è un attributo anche involontario se poi non ci si sa raffrontare con chi, come insieme, sviluppa capacità da cui apprendere.

 

L’enorme serbatoio che è la vita non racchiude soltanto esseri  ma l’essenza, ciò senza cui nulla sarebbe.