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Coscienza e libertà

11 febbraio 2008



Coscienza e libertà, per il benessere sociale. Bisogna agire secondo coscienza, ed ognuno ha la sua.
Ma questo significa doversi rapportare con la propria interiorità, perché quando si parla di coscienza si parla anche di intimo sentire; di ciò che si percepisce e che rappresenta il fulcro del proprio essere, dove albergano i sentimenti.


Riferirsi alla propria coscienza vuole dire come prima cosa non mentire a se stessi. Ed essere onesti con se stessi implica conoscersi. Sapere chi si è e cosa si vuole.
In funzione di ciò si può decidere. Se il proprio interesse coincide con lo sviluppo del benessere comune, e quindi della società nel senso più ampio del termine, allora si può aderire ad un progetto che prevede lo sviluppo e la diffusione di una nuova società basata sulla fratellanza, dove ognuno da il massimo essendo così di supporto agli altri. Dove ognuno non si preoccupa di cogliere per se proventi comuni ma si dedica a far sì che a nessuno manchi niente.


Programma utopistico in apparenza. Ed in effetti utopistico solo in apparenza. Realizzabile se ci si applica.
Il cambiamento dipende da chi lo attua e da come si è i linea con ciò che si vuole esprimere. Ma essere in linea è un fatto di coscienza, bisogna vedere se la coscienza intende costruire il vero benessere.


Il benessere sociale non matura attraverso uomini che vogliono assoggettare altri uomini, nasce quando c'è chi si pone al suo servizio affinché possa svilupparsi unificando coscienze verso tale intento.
La sete di predominio e la logica stessa con cui si esercita il comando non consentono il benessere collettivo, tutt'al più briciole mascherate di altruismo.


Però è possibile costruire una nuova realtà, una società in linea con i valori che la vita stessa esprime quando fa venire meno tante paure legate alla salute ed alle difficoltà economiche. Basta togliere di mano gli strumenti a chi li adopera per fini propri ed il gioco è fatto. Basta distribuire opportuna conoscenza a tutti ed il gioco è fatto. Basta offrire ad ognuno la possibilità di rendersi indipendente ed il gioco è fatto.
Quando non si è nel bisogno non si resta succubi di chi può approfittare della propria debolezza.
Rendersi liberi però è un fatto di coscienza.


Certamente il processo va eseguito, agevolato, ma essenzialmente si tratta di trarre da dentro di sé ciò che occorre per poter essere liberi.
La vera libertà non è poter fare ciò che si vuole, ma fare in modo di non intaccare quella altrui. Perché se ognuno è libero in questo modo nessuno avrà a patirne.