Il potere dell’uomo
sulla Terra è la volontà. Suo tramite egli può riconoscersi come
essere immortale e procedere alla realizzazione dell’uomo nuovo;
essere di luce dotato del potere della animazione.
Il passaggio
qualitativo è conseguenza di acquisita maturità nel piano fisico.
La coscienza riesce a
concepire che non è indispensabile morire; può sperimentare l’oltre
morte già sul piano fisico. Si rende capace di presenziare a
processi la cui natura consente di modificare strutture sottili
adeguandole ad un diverso tipo di evoluzione. Riesce ad animare ciò
che suo tramite e ben per questo può iniziare a prendere coscienza
della vita in modo autonomo. Riesce a donare l’esperienza accumulata
nel tempo nel piano della dualità dove altri hanno operato in ugual
modo nei suoi confronti per renderlo capace del potere
dell’animazione.
Potere latente fino a
che non si concepisce l’immortalità come stato d’essere del tutto
normale, conseguibile e necessario per estrinsecare e vivere
qualitativamente la propria struttura energetica più sottile
rispetto a quella fisica.
La volontà è un
attributo particolare, rende possibile la realizzazione.
Evidente che fin tanto
che non si è capaci di realizzare non si può nemmeno considerare di
poter animare qualcosa.
Animare è in fondo far
maturare giusta coscienza a chi trovandosi in un certo stato deve
acquisirne consapevolezza. Così da potersi esprimere a sua volta
come essere animante e non animato soltanto.
Animare è fornire
conoscenza per far sì che si riesca a realizzare qualcosa; qualunque
cosa se si è nella capacità di poterlo fare; anche l’immortalità se
questa è intrinseca a chi ignora di possederla.
L’uomo è un essere
immortale che non sa di esserlo.
Non ha ancora
concepito di essere energia che può vivere con coscienza in
strutture dove la morte non è necessaria; ma solo se ne ha capacità.
E che, in quanto energia, è costretto a continuare a vivere anche
dopo la morte fisica dove è già contemporaneamente vivo (senza
saperlo) durante la vita fisica proprio perché energia. |