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Vincere le paure 23 maggio 2006
Vincere le paure è un po’ come superare un ostacolo e tante volte l’ostacolo è invisibile. Acquisire sicurezza dipende da cosa si vuole ottenere. Non tutto per esempio è fattibile ma tante cose non si fanno solo perché o non si prova o ci si relaziona con le stesse in modo sbagliato.
Un tipo di relazione che l’uomo non conosce è quella che riguarda la sua capacità di poter cogliere i frutti del lavoro interiore. Perché affidandosi rinuncia ad usare quello che invece gli darebbe la possibilità di interagire con l’energia sottile con la quale entra in contatto una volta attivati i canali che ne consentono il flusso. Un po’ come essere riusciti a raggiungere l’acqua perché assetati pretendendo però che debba essere l’acqua a fare il primo passo.
Attendere che debbano essere gli altri a soccorrere solo perché ci si è incamminati verso la spiritualità ha tempi lunghi rispetto a ciò che si può fare perché nella capacità di poterlo fare.
Se vogliamo l’uomo quando affronta paure o difficoltà è perennemente in attesa del miracolo. Di qualcosa che in modo compassionevole, sentito il suo richiamo, risolva.
La soluzione spesso è così a portata di mano che veramente sembra assurdo che non si riesca a cogliere delle evidenze lampanti solo perché si ripone lo sguardo altrove. Ma così è.
L’attesa in questo particolare momento di esseri che vengano a risolvere problemi connessi al cambiamento di stato e della Terra e dell’uomo è quanto di più sbagliato possa esserci. Ed in effetti ponendosi in questo modo si sciupa il “potere” conseguente all’approccio avuto con il mondo sottile e l’energia che ne è parte. Si ritorna all’assetato e l’acqua, ma questa volta per capire che basta bere; perché l’acqua c’è e da invisibile bisogna solo renderla tangibile alla propria sensibilità.
La sensibilità umana, in questo particolare momento, non è più filtrata e condizionata dal mondo sottile perché questo a sua volta sta producendo un grande sforzo di recupero di integrità per allinearsi alle esigenze della Terra che sono di cambiamento e trasformazione.
L’input lo da la Terra e pertanto è normale che tutto il suo corpo si adegui. Il corpo energetico della Terra è il mondo sottile che sfugge all’uomo (anche se lo condiziona nelle scelte, nei movimenti e nelle aspirazioni).
Questo in effetti avviene anche ora se si vuole esaminare bene quel che sta succedendo; perché proprio in funzione del cambiamento in atto, e quindi di un azzeramento conseguente ad un diverso allineamento tra Terra e Sole nei confronti della galassia, proprio per questo il condizionamento del mondo sottile nei confronti dell’uomo diventa neutro. Il mondo sottile, non avendo nulla da offrire, si apre a ricevere e questo fa sì che la sua nuova energia divenga per l’uomo fonte di benessere; perché utilizzabile va utilizzata in modo da trarne benefici senza ricreare un piano energetico fuori controllo dalla mente umana che di conseguenza, perso il suo potere, diviene vittima di uno stato di fatto dal quale non può riuscire a districarsi se non attraverso approfondite fasi di allineamento a quella che era la sua condizione originaria.
Ora però, visto che questo tipo di lavoro viene “scontato” perché è la Terra a produrre la condizione ottimale, è anche il momento di essere pronti per approfittare delle nuove condizioni. Un nuovo terreno su cui edificare coltivando ciò che serve e tralasciando tutti quei condizionamenti che sperimentati hanno prodotto (facendolo perdurare) uno stato d’essere necessario all’uomo per essere pronto ora.
Pronto ora è la condizione dell’anima; di chi presente nel presente deve usare il pensiero per costruire senza diventare vittima identificandosi nel costruito.
Il concetto di unità non è semplice da assorbire e meno ancora da manifestare: è un po’ essere senza tempo e senza spazio ma non perché tali elementi non ci siano, ma semplicemente perché capaci di averli già in sé senza doverli percorrere. Al movimento subentra l’immediatezza; che se perdura (e deve visto che questo è il vero attributo della mente e non quello di perdersi cercando di recuperare pensieri che ristagnano -ristagnavano- nell’eterico) non produce la scissione che come conseguenza genera spazio e tempo (da esaminare vivendoci per capire come fare ad uscirne).
Uscire fuori da tempo e spazio in effetti significa essere in una nuova condizione; un nuovo stato d’essere; quello che la Terra sta generando e l’uomo acquisendo.
Il punto delicato è il momentaneo sfasamento: il buio da attraversare superandolo se si vincono le paure che non hanno più motivo di esistere perché azzerandosi tutto anche loro vengono meno.
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