Stabilizzarsi su frequenze animiche è
normale conseguenza ad un percorso di ricerca interiore che sposta
la coscienza verso temi connessi ad un modo di essere che si
allontana e distingue da sopravvivenza e sete di potere.
Sintonizzarsi su tali frequenze non è
semplice. La normale taratura umana prevede tale possibilità ma non
la da come patrimonio genetico già in atto.
Questo perché la Terra opera ancora
su frequenze fisiche nel senso che continua ad accrescersi di sue
potenzialità mentre osserva le prospettive che un nuovo genere di
vita le propone.
Sintonizzarsi quindi su tali
frequenze presuppone un abbandono graduale di interessi e
prospettive attinenti l’ego con conseguente sviluppo di una
coscienza sempre più proiettata verso la universalità.
La differenza è sostanziale. Da un
"io sono" individuale si passa ad un "noi" collettivo dove l’azione
sviluppa i temi connessi ad un piano di coscienza diverso da quello
umano; fondamentalmente diverso poiché espressione di un tipo di
realtà dove da animati si diventa animatori.
Va da sé che su questo piano non può
esserci spazio alcuno per l’individualismo ed il possesso, per i
fini personali e per la logica legata a conquiste e potere. Se il
potere dell’animazione fosse facoltà umana i fini sarebbero
facilmente intuibili ed i risultati a dir poco destabilizzanti nei
confronti della natura e del normale ordine delle cose.
Proprio perché non c’è spazio
all’espressione dell’io voglio ecco che la coscienza deve essere
universalmente allineata a progetti legati all’aiuto ed alla
fratellanza effettiva che va oltre i continenti e le nazioni e si
espande in altri mondi, paralleli e non, dove la vita deve ancora
nascere, per come è concepita ora dall’uomo sulla Terra, o è
completamente diversa perché non si basa sulla forma fisica o la
fisicità in generale.
Universalità di coscienza non vuol
dire agire come degli automi in balia di condizionamenti verso i
quali bisogna sottostare ma, concependo il fine, agire all’unisono
per la sua realizzazione; ognuno coi suoi compiti; per crescere ed
accrescersi di capacità il cui fine è sempre più connesso con
l’equilibrio cosmico tendente verso la quiete intesa come
consapevolezza piena e totale della Divina Realtà che è assoluta.
Parlare quindi di fratellanza è ovvio
in quanto se così non fosse l’universo assumerebbe le sembianze di
un immenso campo di battaglia dove le conquiste di territori
presupporrebbero scontri per potersi accrescere in egemonia nei
confronti di chi subisce.
Il che provocherebbe unicamente
immani catastrofi a livello universale.
Concepire all’unisono è uno stato di
coscienza; è esente da dualità ed è trovarsi sempre in linea, poiché
intimo sentire, con chi sta perseguendo lo stesso scopo all’interno
di una certa fascia dimensionale.
La tendenza verso l’unità è
connaturata alla vita.
Vivere è in fondo partecipare ad un
unico progetto dove solo la mancanza di capacità impedisce di
concepirlo in maniera globale.
Si è capaci in funzione della propria
condizione ed uomo oggi significa capacità relativa all’ambito
terrestre; una Terra fisica in fase di trasformazione; una Terra le
cui frequenze cambiano per adeguarsi ad un nuovo stato d’essere che
la coinvolge in maniera molto sottile in quanto espressione di chi
sulla Terra agisce ed opera per la trasformazione.
Come nell’uomo che vuol trovare
riscontro in una natura che gli dimostri che è possibile non morire
questo dipende dalla sua coscienza che cerca per capire, lo stesso è
per la coscienza della Terra; che è l’insieme anche di ogni uomo e
che ben per questo ha duplice relazione. L’uomo cerca perché
qualcosa dentro di sé lo spinge a farlo e la coscienza della Terra
si trasforma perché tanti uomini lo fanno.
La reciprocità sotto questo punto di
vista è estremamente importante poiché rinnova equilibri e
stabilità. Come dire che per far sì che una certa trasformazione
coinvolga in modo sostanziale la Terra non basta un uomo o pochi
uomini ma occorre qualcos’altro che faccia variare l’equilibrio
creando una nuova realtà.
Questo qualcos’altro avviene quando
repentinamente la coscienza di tanti uomini si ritrova attenta verso
evidenze di natura cosmica poiché glielo impone la reciprocità che
la Terra esprime nei confronti del sistema che la contiene.
Quando questo avviene significa anche
che la Terra è nella condizione di attuare la sua trasformazione
producendo ciò che le necessita per offrire stabilità ad ogni
coscienza che in lei risiede ed opera; stabilità relativa ai diversi
gradi di sviluppo che contemporaneamente convivono esperienze comuni
sotto punti di vista diversi; quelli relativi al loro stato
d’essere.
Tale differenziazione all’interno
della coscienza della Terra è la conformazione che la Terra stessa
ha nei confronti di tutto ciò che la compone e che non è soltanto
l’uomo. Anche se a ben vedere l’uomo ha in sé, per come è
strutturato, gli stessi elementi che compongono la Terra in maniera
adeguata e funzionale al suo essere; per permettergli di essere uomo
di carne e non qualcosa d’altro.
La corrispondenza dunque che c’è tra
Terra e uomo non riguarda solo la coscienza o, per meglio dire, ciò
che l’uomo concepisce; ma anche e parimenti ciò che l’uomo subisce
per mancanza di capacità nei confronti del suo stesso essere
completo sia fisico, sia animico.
A livello animico è come se l’uomo si
trovasse indietro, rispetto al tempo in cui vive, di un numero di
anni tali che è improponibile solo la stessa ipotesi.
Ma questo è anche ovvio se si
considera soltanto lo stato evolutivo fisico tralasciando ciò che
contemporaneamente compone l’uomo nei vari livelli di cui il suo
essere è.
Parlando di livello animico bisogna
considerare lo stato in cui si dovrebbe essere per poterlo
comprendere; più difficile indubbiamente è lo stato in cui bisogna
vivere per esserci.
Muoversi infatti in tale ambito
presuppone avere superato la coscienza di dualità, nella quale l’uomo
si dibatte, in funzione di un raggiunto stato di quiete interiore; frutto di una
maturazione tale a livello psichico da comprendere, accettare e
vivere la morte come semplice passaggio volontario di stato che
consente di muoversi ed agire in differenti dimensioni dell’essere.
Tutto ciò non appare per nulla
semplice e nemmeno fattibile a chi non ha ancora maturato tale
esperienza.
Ecco perché periodicamente occorrono
dei livellamenti per consentire passaggi anche collettivi in quanto
tanti hanno già magnetizzato un cammino che materializza un percorso
prima unicamente trascendentale.
Come dire che l’invisibile si
materializza a chi ha coscienza pronta per accoglierlo.
L’invisibile resta tale invece per
chi avrà necessità di continuare ad apprendere la natura fisica per
maturare, nel tempo, adeguata coscienza animica in attesa di normali
ulteriori riallineamenti.
Accettare le frequenze vibrazionali a
livello animico è chiave di ingresso per la costruzione di una nuova
realtà a livello più sottile; sempre più essenziale. |