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Polarità psicologica

 

23 novembre 2006

 

Voglia di benessere e cambiamento è l'input verso l'apertura, paura verso il vecchio che crolla è l'altro aspetto della polarità psicologica. Ma questo da sempre, perché sempre si è protesi verso miglioramenti e timorosi quando gli stessi possono essere di portata enorme e ancora mancano i riferimenti che ne dimostrino la validità.
Il nuovo è un’incognita, specialmente se appartiene ad un mondo sconosciuto che intende mostrare aspetti che riguardano l’appartenenza della Terra e dell’uomo a piani della esistenza poco considerati e per nulla indagati.
L’indagine conoscitiva in effetti può esserci quando c’è un indirizzo da seguire; quando il buio è totale forse possono esserci solo aspettative. Aspettative che spesso sono dettate da desideri senza tenere conto che gli interessi in gioco potrebbero addirittura essere a livello planetario.

 
Che sulla Terra ci siano in atto sconvolgimenti specialmente di natura psicologica legati alla perdita di sicurezze dove l’alternanza, non dando stabilità, apre le coscienze, questo è del tutto evidente. A maggior ragione quando gli interessi non sono solo economici ma riguardano addirittura la vita stessa; la sopravvivenza di popolazioni allo stremo.
Questo fa sì che in un’epoca considerata evoluta la realtà mostri una faccia che non piace e fa traballare le più radicate certezze.

 
Essere in armonia con se stessi è quasi un miraggio.
Anche se a parole lo si afferma, nei fatti si è sempre in balia degli opposti che, proprio quando l’equilibrio è prossimo, attraggono maggiormente creando di fatto situazioni quasi di stallo.
Uno stallo per la Terra però significa non movimento e questo pregiudica i processi di azione e reazione che ne caratterizzano l’andazzo.

 
Fermo restando che sulla Terra l’uomo è una presenza dominante, c’è da aggiungere che esistono molteplici interessi che non lo riguardano in modo specifico, anche se in fondo viene ad esserne coinvolto per esempio da una perdita di magnetismo che investe altre specie in modo precipuo. Coinvolto perché, variando ecosistemi nella loro consistenza, con il tempo le ripercussioni cadono anche su chi inizialmente non considera nemmeno tali aspetti.
Quando il fenomeno diventa evidente allora di tempo ne è trascorso parecchio, troppo ed i rimedi non sono possibili. Anche se trattandosi di magnetismo terrestre è ben difficile che l’uomo possa essere nella capacità di un intervento.
Dopo, una volta evidente il fenomeno,  vengono fatte ipotesi su possibili rimedi, però senza tenere conto di cosa lo ha generato e se nelle proiezioni temporali che si ipotizzano possano intercorrere altri elementi non considerati ma il cui effetto potrebbe intaccare notevolmente la portata della previsione.

 
Parlando di Terra, e di uomini, c’è poi da considerare quanto poco si prenda in considerazione la Terra come pianeta vivo in ambito solare, galattico ed anche universale legato a mondi paralleli e dimensioni non percepibili dalla conformazione umana.
Del resto lo sviluppo scientifico si basa inizialmente su ipotesi legate all’evidenza, e cioè a ciò che si è potuto considerare attraverso l’osservazione.
Poi è vero si fanno anche supposizioni ed il campo di indagine si allarga, ma in modo speculativo piuttosto che sperimentale perché non ancora in possesso di strumenti atti ad avvalorare o demolire ipotesi frutto anche di profonde intuizioni.

 
Già parlando di intuizioni bisognerebbe considerare l’ambito da dove provengono e come vengono percepite, ma ci si limita a dar merito a geni che addivengono a scoperte formidabili. Anche se i geni in cuor loro sanno bene di essere stati illuminati; di aver ricevuto qualcosa, un messaggio, anche a livello subminale che li ha indirizzati.
Certamente loro poi, forti di una fede profonda in ciò che percettivamente hanno ricevuto, si dedicano all’esecuzione pratica del progetto in cui credono ed è questo che li rende geni.

 
La genialità è sì una dote, ma anche una apertura; una profonda apertura verso un mondo invisibile che proprio per questo, per l’apertura, si manifesta in qualcuno in maniera un po’ più chiara.

 
Oggi l’apertura può consentire e consente di accedere ad informazioni molto particolari: informazioni che mettono l’uomo in condizione di affrontare bene il nuovo costruendolo senza subirlo.

 
In effetti si parla di una nuova realtà, da edificare, senza stravolgere il vecchio che ha un suo iter trasformativo in atto poiché esperienza che la Terra sta vivendo. La preparazione del nuovo però e comunque passa attraverso l’esecuzione di progetti che, se ignorati nella loro sostanzialità, sono una incognita enorme; se noti diventano compiti da eseguire da chi ha capacità specifica in merito.
Ecco che allora la semplice intuizione non è più bastevole, anche perché in funzione della stessa c’è il rischio di una errata interpretazione e l’attesa; il tempo necessario affinché l’intuizione divenga progetto da valutare e forse eseguire.

 
Diventa così necessario coinvolgere direttamente anziché limitarsi a fornire input. Non si può rischiare di andare fuori tempo perché qualcuno è distratto, o non ha capito bene, o non ha voglia di dedicarsi subito alla elaborazione di ciò che ha ricevuto.
Coinvolgere però significa rendere compartecipi, e questo è possibile solo dopo un opportuno vaglio perché le informazioni date possono risultare deleterie se sviluppate per il solo profitto personale.

 
Il benessere collettivo è una necessità. Solo così una civiltà può fare un salto di qualità e dal suo piccolo passare in sfere superiori della concezione dove il pensiero viene adoperato in maniera specifica per creare anche se diluito in piccole dosi.

 
Gli allenamenti e le valutazioni dei soggetti richiedono tempi lunghi. Chi viene coinvolto adesso in maniera diretta è stato sotto osservazione per parecchio tempo; il tempo necessario affinché potessero avvenire quelle trasformazioni che ora lo rendono capace di svolgere il ruolo verso il quale è preposto.

 
Andando nel particolare esistono già soggetti attivi perché attivati a compiti di formazione e sostegno nei confronti di altri che loro tramite possono gradualmente fungere da apertura verso ulteriori contatti, così da agganciare un sempre maggior numero di persone attraverso le quali tessere una rete di sostegno per quando il sopraggiunger del nuovo dovesse creare scompensi e paure.

 
La nascita della nuova era è un bisogno dell’anima; dell’anima della Terra.
Agganciandosi alla di lei coscienza si può concepire la vita che la coinvolge nello spazio. Per farlo basta poco, è sufficiente permettere a se stessi di esprimere il potenziale accumulato; già sufficiente per svolgere compiti.

 
Sapere cosa c’è esattamente da fare è comunicazione da bocca ad orecchio; ed avviene singolarmente, per far partecipi non del solo compito ma dell’intero progetto.

 

 

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