Distinguere tra ciò
che si pensa e l’origine del pensiero permette di inquadrare meglio
le proprie capacità logiche ed intuitive differenziandole da quelle
percettive.
Capacità nel percepire
non è seguire un concetto ma letteralmente prenderlo dove risiede.
Prendere che è anche
ricevere da chi ha formulato tale concetto.
Di concetti ne
esistono a iosa e ben per questo si affollano alla rinfusa nella
mente che non smette mai di riceverne perché immersa (collegata) con
lo stato sede dei pensieri. Pensieri che riguardano la normalità
della esistenza che si conduce sulla Terra oppure argomenti più
sottili tendenti per esempio alla deità, alla filosofia, alla
speculazione scientifica. Differenziazione questa che produce
selettività tra il genere dei pensieri.
Inoltre si va sempre
più in profondità a seconda dell’interesse e della preparazione che
si ha. Come se, attraversando un campo energetico la cui intensità
diventa permeabile a seconda dello stato in cui la mente si trova,
una mente costantemente affollata di pensieri percepisse nella parte
più densa del campo energetico, una mente più sgombra percepisse in
stadi più profondi di questa cortina energetica (dove i pensieri
esprimono concetti via via sempre più tendenti alla universalità).
Evidente che una mente
più o meno “pulita” non è conseguenza di una decisione ma di un
cammino che permette di relazionarsi con una qualità di pensiero
sempre più proiettato verso temi essenziali: la vita, la morte, la
fratellanza, …l’oltre galattico. Oltre ben al di là rispetto al
comune percepire perché fuori dalle influenze terrestri a livello di
valori e relazioni.
Del resto, se credere
di conoscere tutto ciò che riguarda la Terra è già un errore visto
che puntualmente si è costretti a rivedere teorie che stridono con
nuove scoperte, dare corpo a certezze che riguardano un oltre
distante e sconosciuto attraverso la propria immaginazione
(suffragata da strumenti che indirizzano la ricerca proprio verso
ciò che si ipotizza) è pura presunzione.
L’oltre galattico è un
altro percepire; un modo diverso di percepire la vita e di viverla
da quanti, abitatori, si rapportano con l’uomo nell’unico modo che
egli può supportare: attraverso il sonno nella sua fase più
profonda; quando l’uomo viaggia in dimensioni delle quali poi non
gli resta nessun ricordo.
Accorgersi che esiste
questo tipo di contatto equivale a riconoscere la consistenza
dell’invisibile; o per meglio dire iniziare a dare corpo a tutto ciò
che molto semplicisticamente viene considerato inesistente solo
perché non conosciuto.
Sull’esistenza, sui
suoi gradi di profondità, la cultura umana è limitata, giustamente,
a ciò che conosce. Il concepibile viene messo in una sfera che va
oltre l’ordinario ed è naturale pertanto che non ci si dedichi
(addirittura perché non interessa nemmeno come ipotesi) ad indagare
sull’origine del pensiero; da dove trae origine ciò che poi
cristallizza a livello eterico terrestre e che la mente aggancia e
concepisce in funzione del suo modo di rapportarsi con il genere di
vita che percepisce oltre la fisicità (perché così in qualche modo
se la spiega).
Oltre la fisicità però
vita non deve essere soltanto speranza che si possa continuare a
vivere dopo la morte fisica, deve essere approccio con chi è già
vivo in tale condizione. Per rendersi conto di essere già vivi oltre
la morte ma di non avere ancora gli strumenti atti a tale percezione
perché troppo radicati in quella parte della mente sintonizzata solo
sulla fisicità. O, nel migliore dei casi, aperti verso dove i
pensieri si assottigliano perchè più profondi ma riguardano solo ed
ancora credi religiosi che indicano una via mistica quale ancora di
salvezza per il futuro nel dopo morte. Senza realizzare però la
trasformazione che consente nell’immediato di essere presenti in
stadi della esistenza dove la vita sviluppa una fratellanza
eccezionale che abbraccia ogni dimensione che si apre all’oltre
galattico sostenendo gli sforzi di quanti più deboli perché meno
preparati hanno difficoltà a prendere possesso della loro natura
immortale.
Certamente c’è un
cammino da percorrere ma questa parte di tragitto inizia col
riuscire a portarsi oltre i confini che separano la Terra dalla
galassia a livello di percezione.
Aprendosi a questo
tipo di oltre, accettandolo dunque, cambia la natura dei pensieri e
permette di entrare in possesso di quei requisiti che l’uomo
possiede in potenza ma che non è riuscito a mettere in atto.
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