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L'oltre galattico

 

5 febbraio 2006

 

 

Distinguere tra ciò che si pensa e l’origine del pensiero permette di inquadrare meglio le proprie capacità logiche ed intuitive differenziandole da quelle percettive.

Capacità nel percepire non è seguire un concetto ma letteralmente prenderlo dove risiede.

Prendere che è anche ricevere da chi ha formulato tale concetto.

 

Di concetti ne esistono a iosa e ben per questo si affollano alla rinfusa nella mente che non smette mai di riceverne perché immersa (collegata) con lo stato sede dei pensieri. Pensieri che riguardano la normalità della esistenza che si conduce sulla Terra oppure argomenti più sottili tendenti per esempio alla deità, alla filosofia, alla speculazione scientifica. Differenziazione questa che produce selettività tra il genere dei pensieri.

Inoltre si va sempre più in profondità a seconda dell’interesse e della preparazione che si ha. Come se, attraversando un campo energetico la cui intensità diventa permeabile a seconda dello stato in cui la mente si trova, una mente costantemente affollata di pensieri percepisse nella parte più densa del campo energetico, una mente più sgombra percepisse in stadi più profondi di questa cortina energetica (dove i pensieri esprimono concetti via via sempre più tendenti alla universalità).

 

Evidente che una mente più o meno “pulita” non è conseguenza di una decisione ma di un cammino che permette di relazionarsi con una qualità di pensiero sempre più proiettato verso temi essenziali: la vita, la morte, la fratellanza, …l’oltre galattico. Oltre ben al di là rispetto al comune percepire perché fuori dalle influenze terrestri a livello di valori e relazioni.

Del resto, se credere di conoscere tutto ciò che riguarda la Terra è già un errore visto che puntualmente si è costretti a rivedere teorie che stridono con nuove scoperte, dare corpo a certezze che riguardano un oltre distante e sconosciuto attraverso la propria immaginazione (suffragata da strumenti che indirizzano la ricerca proprio verso ciò che si ipotizza) è pura presunzione.

 

L’oltre galattico è un altro percepire; un modo diverso di percepire la vita e di viverla da quanti, abitatori, si rapportano con l’uomo nell’unico modo che egli può supportare: attraverso il sonno nella sua fase più profonda; quando l’uomo viaggia in dimensioni delle quali poi non gli resta nessun ricordo.

 

Accorgersi che esiste questo tipo di contatto equivale a riconoscere la consistenza dell’invisibile; o per meglio dire iniziare a dare corpo a tutto ciò che molto semplicisticamente viene considerato inesistente solo perché non conosciuto.

 

Sull’esistenza, sui suoi gradi di profondità, la cultura umana è limitata, giustamente, a ciò che conosce. Il concepibile viene messo in una sfera che va oltre l’ordinario ed è naturale pertanto che non ci si dedichi (addirittura perché non interessa nemmeno come ipotesi) ad indagare sull’origine del pensiero; da dove trae origine ciò che poi cristallizza a livello eterico terrestre e che la mente aggancia e concepisce in funzione del suo modo di rapportarsi con il genere di vita che percepisce oltre la fisicità (perché così in qualche modo se la spiega).

 

Oltre la fisicità però vita non deve essere soltanto speranza che si possa continuare a vivere dopo la morte fisica, deve essere approccio con chi è già vivo in tale condizione. Per rendersi conto di essere già vivi oltre la morte ma di non avere ancora gli strumenti atti a tale percezione perché troppo radicati in quella parte della mente sintonizzata solo sulla fisicità. O, nel migliore dei casi, aperti verso dove i pensieri si assottigliano perchè più profondi ma riguardano solo ed ancora credi religiosi che indicano una via mistica quale ancora di salvezza per il futuro nel dopo morte. Senza realizzare però la trasformazione che consente nell’immediato di essere presenti in stadi della esistenza dove la vita sviluppa una fratellanza eccezionale che abbraccia ogni dimensione che si apre all’oltre galattico sostenendo gli sforzi di quanti più deboli perché meno preparati hanno difficoltà a prendere possesso della loro natura immortale.

 

Certamente c’è un cammino da percorrere ma questa parte di tragitto inizia col riuscire a portarsi oltre i confini che separano la Terra dalla galassia a livello di percezione.

 

Aprendosi a questo tipo di oltre, accettandolo dunque, cambia la natura dei pensieri e permette di entrare in possesso di quei requisiti che l’uomo possiede in potenza ma che non è riuscito a mettere in atto.

 

 

 

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