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Esistenze parallele
20 luglio 2006
Tante volte, essere consapevoli che esistono mondi paralleli di difficile lettura, rappresenta la svolta che consente di addentrarsi dove la vita si esprime in maniera differente rispetto a quella umana; ma non per questo priva di quegli attributi che danno senso e colore all’esistenza. Pressoché trasparenti e per questo invisibili sono difficili da cogliere per l’occhio umano che non li sa ancora distinguere. La percezione, quando c’è, riguarda lo stato d’animo; la sensibilità di chi sa ascoltare oltre ciò che la comune esperienza espone e propone.
Esistere è l’attributo che ogni cosa indistintamente possiede, vivere la vita è una qualità che ogni cosa, ogni essere deve riuscire a conquistare. La coscienza è lo strumento che permette alla esistenza di qualificarsi in quanto vita cosciente di sé e di quei limiti che possono essere giusto sprone per concepire che esistenza in fondo non è altro che una constatazione di sé, del proprio essere vivo e vibrante; e che l’energia è il modo in cui la vita rende manifesta la sua presenza.
Poiché vita è tutto e poiché ciò che esiste è energia che manifesta la sua presenza (anche quando la presenza non è colta per incapacità dei mezzi usati per identificarla e confermarla) è facile dedurre (sapendo di essere limitati nella percezione) che (siccome si concepisce ciò che si vede o si conosce) può ben esserci dell’altro che (energia) non viene valorizzato nel giusto modo; o nel modo corretto perché non in grado di catalogare “presenze” non omogenee in una manifestazione convenzionalmente riconosciuta come materia da cui si produce il conosciuto; conosciuto che è tale perché manifesto in chi lo concepisce in funzione della sua coscienza.
La coscienza umana è ad oggi collocata in una posizione intermedia tra lo sviluppo organico (in termini prettamente fisici) e la constatazione di esistenze psichiche capaci di interagire sia con la forma sia con stadi dove la vita si manifesta a livello di intelligenza (capace di vincolare e veicolare azioni utili per l’evoluzione; planetaria, galattica e multidimensionale). L’esperienza in questo senso è ancora molto limitata; anche perché (e proprio perché) solo la conoscenza (di ciò) consente (può consentire) di concepire la vita anche sotto forma diversa da quella umana.
La naturale propensione a credere che tutto si risolva in ambito umano è funzionale ad una coscienza il cui sviluppo si colloca in un piano armonico di collettività omogenea tendente ad acquisire capacità in funzione della informazione che riceve. Fino a potersi/doversi riconoscere nella sua stessa essenza che produce la certezza di essere immortale; in quanto non legata e vincolata al solo corpo fisico ma autosufficiente nel produrre vita funzionale allo stato energetico; stato che ha in sé la caratteristica della immortalità (che però resta invisibile se non viene prima concepita).
Concepire l’immortalità è un passaggio obbligato se si vuole accedere ai piani dove la vita viene vissuta non in funzione della morte ma per quel che è; esistenza.
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