La partecipazione al
cambiamento è l’appello che viene rivolto ad ogni uomo affinché
prendendo coscienza agisca rendendosi conto che la sua
partecipazione è un atto di coerenza nei confronti della realtà che
si appresta a costruire insieme a quanti, suoi fratelli, parimenti
concorrono alla stessa opera.
L’opera in corso
di formazione dà
un taglio netto alla inconsapevolezza. Non si può essere presenti in
una realtà che deve adoperare il potere della animazione se non si
ha consapevolezza delle proprie capacità e dell’uso ad esse
connesso.
Ciò che cambia in
questo nuovo piano di coscienza (rispetto al vecchio modo di essere
uomo) è la responsabilità che accompagna ogni azione. Si sa ciò che
si fa e si agisce di conseguenza perché si è nella capacità di
svolgere i compiti inerenti al proprio ruolo.
Ogni ruolo è conforme
alle proprie capacità che consentono di esprimersi in maniera
adeguata nei confronti del progetto comune che si porta avanti.
Perché facendo parte di un piano di sviluppo coerente ed essendo
questo mirato verso la crescita spirituale per approfondire il senso
dell’Amore non legato al possesso ma alla datività, è ovvio che
tutto debba concorrere alla manifestazione (in sé) di ciò che dà
questa normalità intrinseca all’essenza stessa di ciò che si è.
Datività nell’Amore
non vuol dire fare miracoli, significa non fare distinzione. Se
tutto dovesse essere legato al miracolo allora non occorrerebbero né
piani di coscienza né sviluppo e crescita interiori.
Significa
dunque dare; considerando tutti uguali; facendo in modo che ognuno
possa prendere a seconda delle proprie capacità; significa iniziare
ad applicare con coerenza la legge universale.
Significa pertanto
anche accrescersi dell’Amore che altri danno e che si prende in
funzione di ciò che si è.
Si entra in un ritmo
diverso e se si vuole permanere in tale vibrazione non si può
trattenere nulla per sé. Si è più leggeri perché senza l’accumulo di
residui psichici che impediscono questo tipo di libertà; anche
quando per tale motivo (pur senza il corpo fisico) si riesce solo ed
ancora a fare parte di una logica legata al riequilibrio di ciò che,
trattenuto, deve essere restituito. Restituito poiché il possesso
appesantisce l’anima dandole consistenza come forma coerente proprio
con ciò che è stato trattenuto; forma fisica da spiritualizzare
affinché acquisisca giusta consistenza.
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